“Quello che ci metti, ci trovi!”. Diceva spesso così, mi hanno detto poi, Antonio Chiappini, Chef e Maestro di Cucina che ci ha lasciato da pochi giorni.
Io l’ho incontrato solo di sfuggita, purtroppo già non poteva più dedicarsi come voleva e come sapeva fare all’arte dei fornelli quando io avrei potuto godere appieno dei suoi insegnamenti. Ma anche così, nel tempo di una sera, ho visto una grande simpatia, un’animo buono, un carattere aperto e disponibile, e naturalmente uno chef vero, di quelli che con ingredienti – con tutti, non solo col pesce nel quale eccelleva – e con pentole e fuochi “ci sanno parlare”, ce li hanno nel sangue. Una persona che, sono sicuro, pensava che “quello che ci metti ci trovi” anche nei rapporti con gli altri: e lo disse anche a me, quella sera, rispondendo con solito sorriso aperto ad una mia domanda.
Anch’io, come i tantissimi che ti hanno voluto salutare in questi giorni di commiato, ti dico “ciao Chef”: te lo dico così, con semplicità e amicizia, perché so che me lo avresti permesso; e provo nel dirlo, insieme all’inevitabile tristezza, anche un senso di gratitudine per aver avuto la possibilità di conoscerti, e quindi di portarmi dentro un bel ricordo in più. Perché anche nell’anima, come nei piatti, “quello che ci metti ci trovi”, e tu lo sapevi bene.